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We Are Open!

Nicola Petaccia Architecture, On-Off Project e Staging-IT aprono al pubblico il loro nuovo spazio condiviso. Avranno il piacere di presentare i progetti passati, futuri ed il loro metodo di lavoro.

Nicola Petaccia Architecture è uno studio con un approccio multidisciplinare all’architettura. I progetti combinano le varie scale che spaziano dal paesaggio e progetto urbano all’interior design, eventi e mostre. Il lavoro è influenzato da un continuo dialogo ed interazione tra queste diverse discipline. La filosofia del progetto è guidata dall’ambizione di generare un pensiero innovativo della creatività anche attraverso le nuove tecnologie. www.nicolapetaccia.com

On-Off di Andrea Tipaldi si occupa di progettazione culturale, valorizzazione del patrimonio artistico nazionale e promozione della creatività giovanile. Si è dimostrata particolarmente sensibile ai temi della rigenerazione urbana, dell’integrazione sociale e della rieducazione al concetto di bellezza, ridisegnando luoghi attraverso la fusione di diverse forme d’art. Tali obiettivi sono stati conseguiti attraverso festival, curando mostre e organizzando momenti ricreativi. www.onoffproject.it

Staging-IT di Gabriela Solines vanta oltre 10 anni di esperienza nel settore dell’interior design ed un team di consulenti e tecnici esperti nella creazione di un ambiente più stimolante per la casa o azienda, al fine di aumentare il valore di mercato per la vendita o l’affitto futuri. Lo staging, non nasconde nulla, ma accentua ciò che è già attraverso la sistemazione e la decorazione di unità abitative o di singoli spazi che richiedono un rinnovamento. www.staging-it.it

A BIT ARE

Nel contesto della Milano Design Week, lo studio Al Cantiere apre i proprio spazi in corso Buenos Aires ospitando A BIT ARE, un progetto degli artisti Barbara Uccelli e Gianluca Beccari, a cura di Rosa Cascone. Per l’occasione il duo di artisti espone un video inedito sull’abitare contemporaneo, insieme a una performance fruibile solo nella giornata di opening.

Il progetto indaga il nostro abitare odierno, analizzando le relazioni tra l’abitante e il luogo abitato: interno ed esterno, privato e pubblico, isolato e interattivo. Del resto, l’abitare può essere descritto in molti modi ma ciò che lo definisce è la costanza, l’abitudine dell’individuo a vivere in una realtà sociale.

A BIT ARE è un video d’arte che racconta le zone in cui trascorriamo più tempo, sia fuori che dentro casa e che, di fatto, corrispondono a luoghi di passaggio come corridoi e piazze. Questi spazi di transito, di tutti e di nessuno, vengono percorsi innumerevoli volte senza creare relazioni. Il video è correlato da una performance sul rituale del tè, in cui il gesto diviene simbolico e unico mentre l’abitare un’abitudine, un evento naturale e continuativo. Il percorso di analisi dei due artisti li ha portati a pensare che l’architettura sia un sistema di gente e il suo destino sociale, fatto di estetica e al contempo funzionalità. Lo spazio abitato contiene un protagonista, l’abitante, che crea e conserva i luoghi per sé e per chi vuole accogliere, in questo modo il rituale è ciò che mette in comunicazione lo spazio esterno con l’interno.

Al Cantiere è la community dedicata al mondo dell’architettura, dell’ingegneria e del design. Uno spazio pensato per generare nuove sinergie sia lavorative che personali, attraverso una rete di contatti mirata e favorire l’interazione tra professionisti presenti da anni nel settore edile milanese.

30° House – Presentazione volume

30° house. Abitare tra emergenza e trasformazione: studio per un modulo abitativo temporaneo

Guya Bertelli,Claudio Chesi

Curatore: N. Petaccia, M. Roda
Editore:Maggioli Editore
Anno edizione: 2017
Il libro presenta – attraverso scritti, disegni e immagini – il progetto architettonico, strutturale e tecnologico di un modulo abitativo pensato come abitazione per l’emergenza. Il risultato finale, inteso come composizione dell’elemento edilizio, è il frutto di un’intensa e ricca attività di ricerca, sviluppata all’interno del Politecnico di Milano, che si confronta anche con i riferimenti della cultura di progetto tradizionale e contemporanea. Il nome 30° HOUSE richiama la geometria del modulo e l’inclinazione della sua struttura. L’involucro è progettato per coniugare la semplicità realizzativa con la qualità spaziale, le possibili aggregazioni con le prestazioni energetiche. Il testo propone le diverse fasi della progettazione (dal concept alla definizione dell’elemento architettonico) come un racconto articolato e finalizzato a comunicare l’obiettivo principale della ricerca: uno spazio abitativo che possa fornire risposte adeguate alle situazioni di emergenza, diffuse in modo significativo e sempre più frequente nei nostri fragili territori.

THE INDEPENDENT. URBAN-THINK TANK

Photos for the The Independent the Urban-Think Tank exhibition at MAXXI, the National Museum of 21st Century Arts – Rome. In collaboration with OC OPEN CITY International Summer School – Piacenza

THE INDEPENDENT. Urban-Think Tank

 

Urban-Think Tank – Utopia Now

Urban-Think Tank – Utopia Now

Urban-Think Tank – Utopia Now

Urban-Think Tank – Utopia Now

Criticità dell’emergenza

Criticità dell’emergenza
Nicola Petaccia, Alfredo Mantini

in
30° house. Abitare tra emergenza e trasformazione: studio per un modulo abitativo temporaneo
Guya Bertelli,Claudio Chesi
Curatore: N. Petaccia, M. Roda
Editore: Maggioli Editore
Anno edizione: 2017
EAN: 9788891622419

Abstract
L’Italia presenta un territorio fragile, da sempre si confronta con eventi sismici di varie intensità, spesso gravi, che lasciano ferite alle architetture, al tessuto urbano ed alla popolazione colpita.
Dopo l’evento sismico, i governi devono affrontare l’emergenza abitativa con progetti e piani di ricostruzione che dovrebbero essere indirizzati alla realtà locale, ma che spesso risultano non essere in grado di porre attenzione ai centri di aggregazione sociale. La società si ricompone invece autonomamente attraverso i rapporti sociali e configura nuove spazialità urbane.
Dopo ogni evento, finita la fase della prima emergenza, si passa a quella della ricostruzione. Una ricostruzione, sempre auspicata in tempi brevi, che però, in Italia, viene attuata senza una strategia unitaria di intervento, realizzando progetti differenti a seconda dell’entità del sisma e della realtà territoriale di interesse.
La seconda fase, è sicuramente quella più difficile e lunga, dovrebbe essere improntata sulla trasparenza delle imprese e sulla qualità degli interventi da parte dei progettisti e tecnici coinvolti, coordinati con le università e gli uffici tecnici locali.
L’obiettivo di questo testo è quello di indagare la prospettiva italiana sulle emergenze sismiche attraverso un’analisi dei ripari temporanei, che sostituiscano i container e che facciano fronte all’emergenza insediativa senza dimenticare il valore della casa, generando una qualità nuova nell’abitare temporaneo migliorando la risposta all’emergenza insediativa.

 

UPhD-Green Conference – Venice

Retrofitting Post-Socialist Landscapes
Nicola Petaccia Dipartimento di Architettura, Universita’ degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara
Dottorato di ricerca in “Architettura, Geologia, Ingegneria Civile” – Ciclo XXIX, Tutor: Prof. Massimo Angrilli, Co-Tutor: Prof. Ivica Covic, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano
 
ABSTRACT
Research objective
The aim of this research is to analyse the problematic of post-war Eastern European housing estates, in order to set up their long-term stability and generate a better environment.
Since the end of World War II, two different kinds of modern cities were developed across Europe, even though the theoretical recipes in architecture and urbanism were the same. The differences between the socialist and capitalist economies were as deep as the spatial assets of the cities they produced.
After the fall of the Berlin wall and the collapse of socialism in which Eastern European societies opened themselves to global influences. This created degradation in the suburb large housing complexes making them unable to attract private capital. Therefore, they need to be regenerated.
Research methodology
In order to understand the issues related to public space, residential areas and services in those neighbourhoods, this research project analysis, through a parallel reading of paradigmatic case studies about central, western and eastern European cities. Especially during the political and economic transition from the centrally planned economic system of socialism to the market economy of capitalism, before and after 1989.
This allows to compare and explore the differences in the neighbourhoods’ development by taking into consideration their social output, and to determine that post-socialist landscapes should be a combination of traditional open spaces with urban ecological and sustainability principles.
Conclusions
Therefore, the research proposes specific regenerative scenarios in order to create new paradigms that built and reinvent the modern eastern settlements through the implementation of landscape as a strategy that will improve the quality of life.
A post-socialist landscape, full of open spaces, built spaces, infrastructures, new ecological equipment, renewable energy and participation. All these combined in deeper retrofitting strategies to give life to a new system of relations that generates unplanned scenarios.
Eventually, the scenario related to ecology, energy and participation becomes a set of guidelines built in order to reinvent the landscape, as a main generator of quality of life.

 

UPhD GREEN

Primo convegno dei Dottorati di Ricerca dedicati al progetto sostenibile – 22 settembre 2017, 
Università IUAV di Venezia

OIKONET “Global Dwelling” Conference – Manchester

Regeneration in the European post-socialist cities

N. Petaccia, M. Angrilli
Department of Architecture, “G. d’Annunzio” University Chieti-Pescara, Italy
Department of Architecture, “G. d’Annunzio” University Chieti-Pescara, Italy

Abstract

The aim of this paper is to analyse the problematic of post-war Eastern European housing estates, in order to set up their long-term stability and generate a better environment.
Since the end of World War II, even though the theoretical recipes in architecture and urbanism were the same, two different kinds of modern city were developed across Europe. The differences between the socialist and capitalist economy were as deep as the spatial assets of the cities they produced.

After the collapse of socialism the processes of transformation in Eastern European societies have opened to global influences.
Nowadays the need to regenerate those degraded urban areas is becoming more widespread. To understand the issues related to those districts the paper will start by analysing paradigmatic case studies, in order to present an equivalent reading of central western and eastern European cities.

Keywords: Public Spaces, Landscape, 50-60s settlements, Post-socialist settlements, Retrofit, Urban, Regeneration Recycle, Urban Renewal

 

OIKONET is a European project co-funded by the Executive Agency of Education, Audiovisual and Culture (EACEA), with the purpose of studying contemporary housing from a multidisciplinary and global perspective by encompassing the multiple dimensions which condition the forms of dwelling in today’s societies: architectural, urban, environmental, economic, cultural and social.